Il 30 agosto 2017 un gruppo di vittime del Forteto è stata ricevuta dal Papa che ha chiesto perdono anche per coloro che ancora non l’hanno fatto. L’attenzione del Papa alla vicenda del Forteto è un passo avanti importante dopo anni di pubblica disattenzione.
Chi sono le vittime del Forteto
La comunità Il Forteto, una cooperativa agricola del Mugello (Toscana) fondata nel 1977, accoglie minori con un passato di disagio sociale, maltrattamento, abusi sessuale e handicap psicofisico, affidati a membri della comunità, nonostante i suoi leader siano sottoposti a procedimento giudiziario per “corruzione di minore” fin dal 1980. I bambini e i ragazzi che vivono nella comunità subiscono sistematicamente abusi fisici, psicologici, emotivi, sessuali e sono costretti a lavorare duramente.
Il Forteto ha ricevuto per anni le simpatie di personalità della politica e delle istituzioni, di intellettuali e membri della Chiesa. Nel 2001 con l’arresto di Fiesoli, il “guru” della comunità, la vicenda del Forteto emerge mettendo in evidenza le sofferenze delle vittime e le gravi responsabilità istituzionali.
La visita delle vittime al Pontefice
Il 30 agosto si sono recati in Vaticano venti persone tra coloro che hanno vissuto nella comunità degli abusi o madri che hanno lottato per i figli finiti per disposizione del tribunale per i minorenni al Forteto ed entrati in quel meccanismo di distacco dalla famiglia d’origine che portava avanti la comunità. Al termine dell’udienza generale la delegazione è stata ricevuta dal Papa in forma privata. Il Papa ha chiesto perdono anche per coloro che non lo hanno ancora fatto.
Sergio Pietracito presidente dell’Associazione delle Vittime del Forteto riferendosi all’incontro afferma: “Per noi è un momento di estrema importanza perché da un riconoscimento alle nostre lotte, a denunce che per anni sono state ritenute quasi surreali. Speriamo che l’interessamento del Papa sia un segnale anche per le istituzioni, perché non cali mai l’attenzione sull’accaduto e prosegua il sostegno alle vittime che non possono essere lasciate sole”.
L’arcivescovo di Firenze Betori che ha accompagnato la visita ha dichiarato che “Il gesto del Papa rappresenta un importante segno di sostegno perché emerga la verità sugli atti criminosi che hanno segnato la vita del Forteto, seminando profonda sofferenza. Una verità che dev’essere sancita nelle aule della giustizia come pure deve diffondersi nella coscienza della collettività, soprattutto di coloro che hanno responsabilità nella conduzione della vita della società, chiamati ad assumere decisioni che riportino la legalità dove essa è stata così gravemente offesa, e impediscano la reiterazione dei crimini”.
Bambagioni, presidente della commissione regionale d’inchiesta sulle responsabilità politiche e istituzionali nella vicenda Il Forteto si augura che “questo incontro contribuisca a far assumere alla vicenda la dimensione nazionale” e afferma: “Le vittime vedono un riconoscimento ufficiale dalla massima autorità cristiana, che si aggiunge a quello della magistratura e della commissione regionale d’inchiesta. Mi auguro che questo dia una spinta decisiva per rimuovere i responsabili della comunità alla guida della cooperativa.”
A sottolineare l’importanza dell’incontro anche l’Associazione Artemisia: “L’attenzione del Papa è un passo avanti rilevante in un contesto in cui l’assunzione di responsabilità della Comunità e delle Istituzioni è ancora discontinua e incerta. (…) Danni simili non possono essere elaborati e riparati in modo esclusivo dalle vittime con percorsi individuali, perché quello che è accaduto ci riguarda tutti”.