Il 21 Dicembre 2017 la corte di cassazione ha confermato quasi tutte le sentenze sulla vicenda del Forteto.
Il fondatore e “profeta” della comunità, Rodolfo Fiesoli è stato condannato in via definitiva per abusi su minori e maltrattamenti. Alcune pene sono state cancellate per prescrizione, ma i risarcimenti restano.
Il Forteto è anche la storia di un “corto circuito istituzionale”: il Tribunale dei Minori aveva continuato ad affidare minori all’interno della comunità del Forteto per 30 anni, nonostante l’arresto nel 1978 e la successiva condanna per abusi dei fondatori della comunità Fiesoli e Goffredi. Inoltre il Forteto ha ricevuto diversi riconoscimenti pubblici come modello educativo ed è diventata una realtà economica importante in agricoltura.
L’inchiesta ha evidenziato il profilo di setta del Forteto con regole crudeli, un’esperienza drammatica e un sistematico lavaggio del cervello. Le regole miravano al controllo delle persone e alla loro manipolazione attraverso i chiarimenti, le punizioni, l’isolamento, la denigrazione e la mortificazione.
Il presidente della prima commissione regionale di indagine sul Forteto Stefano Mugnai, ha dichiarato che ora vi è la necessità di una giustizia morale verso questi ex bambini che venivano affidati dalle istituzioni all’interno di quella comunità-setta, giustizia morale che passa per l’ammissione ciascuno del proprio segmento di responsabilità e per pubbliche scuse. “Il conformismo culturale e amministrativo è stato determinante affinché le violenze e gli abusi sui minori al Forteto si protraessero per trent’anni” e “Non permetteremo che accada di nuovo”.
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